23/04/12

PROVERBI VENETI - VOL. 5

Venesiani gran signori,
Padovani gran dotori,
Visentini magna gatti,
Veronesi...tuti mati,
Udinesi castelani
co l cognòme de "Furlani",
Trevisani pan e tripe,
Rovigòti baco e pipe,
i Cremaschi fa coioni,
i Bresàn, tàia cantoni:
ghe n è ancora de pì tristi....
Bergamaschi brusacristi!
E Belun? Pòreo Belun,
te sè proprio de nisun!

01/04/12

Simposio

All'inizio della creazione, gli uomini e le donne non erano come oggi. Esisteva bensì un essere unico, piuttosto basso, con un corpo e un collo; la sua testa presentava due facce, ciascuna delle quali guardava in una direzione. Era come se fossero due creature unite per le spalle, con due sessi diversi, quattro gambe e quattro braccia.
Gli déi greci, però, erano gelosi. Si resero conto che una creatura con quattro braccia lavorava di più, che le due facce la rendevano sempre vigile e non la si poteva attaccare a tradimento, che le quattro gambe le consentivano di non sottoporsi a grandi sforzi per stare in piedi o camminare più a lungo. Inoltre -e si trattava della cosa più pericolosa- quell' essere possedeva entrambi i sessi e, dunque, non aveva bisogno di nessuno per continuare a riprodursi sulla terra.
Allora Zeus, il signore supremo dell'Olimpo, disse: 'Ho un piano per far sì che questi mortali perdano la loro forza '.
E, con un fulmine, tagliò quell' essere in due, creando l'uomo e la donna. In tal modo aumentò la popolazione del mondo e, nello stesso tempo, la disorientò e la indebolì. Infatti ora, coloro che abitavano la terra, dovevano andare alla ricerca della parte perduta, riabbracciarla in quella stretta, recuperare l'antica forza, la capacità di evitare il tradimento, la resistenza per percorrere lunghe distanze e sopportare i lavori faticosi.
E noi definiamo 'sessuale' quell' abbraccio in cui i due corpi si fondono di nuovo.

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Platone

Sono l'addetto alla macchina del tempo